
L’Orso bruno (Ursus arctos) sta piano piano ritornando nei boschi del Friuli Venezia Giulia. Ma per molto tempo non è stato così: nel XIX secolo infatti, con le continue modificazioni del territorio boschivo per creare aree di coltivazione e terreni a disposizione dell’uomo, gli orsi che abitavano i propri lidi sono stati abbattuti, l’ultimo a Sauris nel 1911. Questa specie in precedenza aveva già ripetutamente subito l’intervento dell’uomo nella distruzione dei suoi spazi e nella persecuzione della caccia, portandolo inevitabilmente a scappare verso altre regioni. Negli ultimi anni tuttavia la presenza di un orso nei boschi del pordenonese e della Carnia sembra transitare dopo un lungo viaggio iniziato dal Trentino.
Ma conosciamo questo animale. L’orso è considerato il più grande carnivoro in Europa. Per sua natura, evita l’uomo e le zone in cui vive, prediligendo boschi e radure nascoste. Studi, ricerche e osservazioni attente cercano da sempre di divulgare una corretta informazione al riguardo, sottraendo così l’orso bruno a sciocche previsioni prive di fondamento. È un animale a cui non piace essere sorpreso, difficilmente attacca l’uomo a meno che non si trovi in una condizione di pericolo – come un attacco diretto, la vicinanza dei cuccioli o l’aggressione di un cane senza guinzaglio. È bene sottolineare che se ci si dovesse trovare nei meandri di un orso, la cosa principale da non fare è scappare: il manuale “Impariamo a conoscere l’orso” divulgato dalla Regione
del Friuli Venezia Giulia, specifica che bisogna allontanarsi camminando sul sentiero da cui si è arrivati. L’orso tende inoltre ad evitare tutti i luoghi e i rumori che riguardano l’uomo, per questo motivo è molto difficile trovarsi faccia a faccia con questo esemplare.
Come specificato dagli studi riportati dalla Regione, l’orso ad oggi è una specie protetta dalle norme nazionali e comunitarie che prevedono la conservazione degli habitat naturali della flora e fauna selvatiche: abbattere, rinchiudere o catturare un orso è severamente vietato e perseguibile penalmente (Legge 11 febbraio 1992, n. 157).
L’orso è un animale considerato onnivoro, si nutre di carne ma principalmente di vegetali, bacche, frutta e insetti che trova facilmente a disposizione.
Durante il periodo della riproduzione – da giugno a luglio – passa del tempo con la femmina fino all’arrivo della prole, ma per sua natura è un animale
solitario e schivo che preferisce non socializzare con i suoi simili, per starsene comodamente per i fatti suoi. La durata della gestazione varia da sei a nove mesi. Alla prima gravidanza le femmine partoriscono in genere un solo cucciolo, mentre nelle successive possono arrivare fino a tre. Il parto avviene in pieno inverno, quando l’orsa vive al riparo nella tana; la piccolissima taglia dei nuovi nati, ne facilita la sopravvivenza, dato che le madri li allattano in un periodo in cui il cibo scarseggia. L’allattamento ha una durata di circa cento giorni, dopo i quali incominciano lo svezzamento e l’apprendimento dei metodi di ricerca del cibo. Al secondo anno di vita i piccoli sono pronti a cavarsela da soli e la madre quindi è di nuovo disponibile per un accoppiamento. A differenza di altri carnivori come linci, lupi e volpi che sono attivi tutto l’anno, gli orsi spendono la maggior parte dell’inverno dormendo in cavità di rocce o scavando delle fosse nel terreno, anche sotto le radici degli alberi. Il loro peso può arrivare fino a 500kg, 200 in una femmina adulta, si muovono al trotto e possono raggiungere anche 60km/h.
La posizione tipica che spesso si vede nelle fotografie – l’orso che si solleva su due zampe – non prevede la possibilità di attacco come si pensa, ma serve all’animale per osservare meglio quello che lo circonda, quindi può assumere tale postura anche in presenza di un essere umano. Raramente sono stati riscontrate aggressioni sugli uomini, quanto invece dimostrazioni solo apparenti di aggressività senza mai attaccare il corpo, ma solo per difesa del proprio spazio. Se l’orso incontra l’uomo, si gira e se ne va.
È vivamente consigliato non addentrarsi in boschi fitti lasciando liberi i cani dal guinzaglio, poiché questo potrebbe portare ad una aggressione reciproca e alla rincorsa del cane che, inevitabilmente lo porterebbe al suo padrone. Se si trova un orso ferito, non bisogna intervenire di propria volontà, ma chiamare le guardie forestali. Nel caso in cui ci si imbattesse in un esemplare particolarmente curioso, cosa molto difficile, nei confronti dell’uomo, viene severamente vietata la somministrazione del cibo. L’orso è un animale selvatico, quindi ogni reazione potrebbe essere imprevedibile, ma soprattutto è nato per vivere tranquillo nel suo habitat come predilige: in mezzo ai boschi, nel silenzio e per lo più in beata solitudine.