
Con il ritorno del lupo nei boschi del Friuli Venezia Giulia riaffiorano anche antiche paure e preoccupazioni da parte dell’uomo, le quali possono però essere messe fortunatamente da parte. Grazie allo studio e alla ricerca costante da parte del Corpo forestale e degli esperti della fauna, è stato a tal proposito redatto un testo informativo per far conoscere il lupo nella sua biologia e etologia, insieme ad un approfondito studio sugli aspetti economici e sociali da considerare per poter accogliere nuovamente l’animale nel suo territorio d’origine affrontando le le possibili problematiche che esso comporta, senza cadere in cliché ormai obsoleti.
“Il ritorno del lupo: la convivenza con l’uomo nel Friuli Venezia Giulia”, questo il titolo del documento redatto dalla Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche, insieme al Servizio di caccia e risorse ittiche, il Servizio forestale e corpo forestale, il Centro didattico naturalistico di Basovizza, con l’appoggio della Regione Friuli Venezia Giulia, che si propone come guida scientifica sulla storia del lupo nel nostro territorio, la biologia e etologia dell’animale, gli aspetti socio-economici da considerare in relazione al periodo storico contemporaneo e la proposta di soluzioni fornite da parte degli esperti in casi di problematiche lavorative per agricoltori e allevatori dichiarando i fondi regionali a cui riferirsi.
L’aspetto forse più interessante trattato nel testo è l’importanza di questo canide all’interno dei boschi friulani per il necessario equilibrio dell’ecosistema. Da circa due anni si è infatti riscontrato un aumento spropositato degli ungulati, animali erbivori come cervi, caprioli e daini. I boschi del Friuli Venezia Giulia stanno vedendo una reale invasione di questa specie che comporta danni agli agricoltori e incidenti stradali. Il ritorno del lupo fa quindi sì che la specie erbivora in questione venga ridotta e controllata naturalmente.
Non solo, dai dati specifici riportati, si legge un’attenta riflessione sullo spostamento dell’animale nel corso del secolo grazie al monitoraggio effettuato da parte delle squadre forestali per mezzo di campioni raccolti seguendo il percorso dei lupi e delle fototrappole. Questo, oltre ad aver permesso l’analisi del DNA di alcuni esemplari, ha confermato la presenza di lupi in viaggio alla ricerca di un branco da formare che ad oggi conferma “un’ulteriore espansione territoriale della specie verso l’area montana, nelle Prealpi Pordenonesi, in Carnia e nel Tarvisiano, con alcune segnalazioni anche per il Carso goriziano e triestino”.
L’aspetto, invece, da non sottovalutare però è la necessaria precauzione per una corretta convivenza. In che modo e perché? (Per saperne di più leggi l’articolo completo su Udine.news)